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autore
brano
 
Cicerone
Difesa di Milone, 86
 
originale
 
86. Nisi forte hoc etiam casu factum esse dicemus, ut ante ipsum sacrarium Bonae deae, quod est in fundo T. Sergi Galli, in primis honesti et ornati adulescentis, ante ipsam, inquam, Bonam deam, eum proelium commisisset, primum illud volnus acciperet, quo taeterrimam mortem obiret; ut non absolutus iudicio illo nefario videretur, sed ad hanc insignem poenam reservatus. Nec vero non eadem ira deorum hanc eius satellitibus iniecit amentiam, ut sine imaginibus, sine cantu atque ludis, sine exsequiis, sine lamentis, sine laudationibus, sine funere, oblitus cruore et luto, spoliatus illius supremi diei celebritate, cui cedere inimici etiam solent, ambureretur abiectus. Non fuisse credo fas clarissimorum virorum formas illi taeterrimo parricidae aliquid decoris adferre, neque ullo in loco potius mortem eius lacerari quam in quo vita esset damnata.
 
traduzione
 
86 A meno che non si voglia attribuire al caso la prima ferita, quella che lo port? a morire atrocemente, dinanzi al tempietto della Bona dea - che si trova nel campo di Tito Serto Gallo, giovane veramente onesto e distinto -, s?, davanti alla dea Bona, l? dove Clodio diede inizio allo scontro, appare evidente che, lungi dall'aver evitato il castigo in s?guito a una sentenza scandalosa, gli era stata riservata una pena esemplare. E in realt? l'ira degli d?i sconvolse la mente ai suoi partigiani, al punto che lo gettarono in mezzo alla piazza e gli diedero fuoco, senza immagini, senza canti n? giochi, senza esequie, senza lamenti, senza discorsi elogiativi, senza corteo funebre, tutto lordo di sangue e di fango, privato della pompa di quel giorno supremo durante il quale persino i nemici, di solito, sentono il dovere di inchinarsi. Non credo che gli d?i avrebbero gradito che i ritratti degli uomini pi? illustri rendessero qualche onore a quell'odioso assassino, sempre ostile alla patria: per far scempio del suo cadavere non c'era posto migliore di quello dove si era decisa la sua condanna.
 

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